Il Murale- I’Universita` di Roma: Ex-Caserma Sani
Un progetto del comune di Roma,
l’ufficio per la citta` storica e
l’universita` di Carnegie Mellon, Pittsburgh

Partecipanti
Carnegie Mellon University, Pittsburgh
Professore Douglas Cooper
Architecture: artista` principale
Professoressa Gianna Vairo,
Modern Languages
Ross Christy, Art
Carla Collada, Professional Writing
Lara Hoke, Art
Ashok Kanagasundram, Architecture

Gregoire Picher: artista` assistente
Patricia Clark: artista` assistente

Comune di Roma
R.Morassut: Dip.VI Assessorato Pollitiche della Programmazione Pianificazione del Territorio Assessore
Arch.Gennaro Farina: Ufficio Citta` Storica Direttore
Dr.ssa Giusy Lanciano: Coordinamento progetto

Centro Anziani, Colle Oppio
Via Orte di Mecenate 5

Centro Anziani S. Quintino
Via S. Quintino 12

Sovvenzioni da
Olivetti Foundation
Roy A. Hunt Foundation
Bitner Foundation
Carnegie Mellon University

Per la loro assistenza al inizio del progetto, grazie a:
Franco Sciannameo
Salvatore Patitucci
Indira Nair
Nino Saggio
Andrew Tesoro
Astra Zarina

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Abbiamo ballato con tutti

Anche io e la professoressa
















Era qui che i due ragazzi colgono in vantaggio le loro capacità artistiche per fare ritratti degli interlocutori

Ashok si è trovato al lato della pista da ballo in un'improvisata intervista.

Gianna si era portato il video camera





































Quelle! Sono mignotte!























...gli ha dato il tempo di scappare







































Molte sono venute a fare le balie nel centro di Roma.














Ci ha dato molti particolari del mestiere.

Le vecchie foto ci hanno mostrato la facciata dell'edificio del epoca.

Mia figlia, Sarah

Così hanno scoperto l'importanza di quell mestiere nel quartiere.

Gli studenti a casa con loro amici dall' universita` Roma Tre

 
Insieme abbiamo svulupato il gruppo al centro S. Quintino

La Storia del Murale: Ex-Caserma Sani
Doug Cooper con Gianna Vairo


Un progetto del commune di Roma,
Ufficio per la città storica
E l'università di Carnegie Mellon, Pittsburgh

I due chilometri che separano i voli domestici dai voli internazionali all'aeroporto di Philadelphia nella Pennsylvania si sono dimostri idonei come simbolo dell'enormità del nostro progetto collosale: un murale gigantesco nel quartiere Esquilino a Roma ma questi due chilometri sono stati altrettanto una sfida. Nella corsa invincibile ha causato la perdita delle valige di due individui dell'equipe and la perdita del volo nel caso di mia moglie. Una volta raggiunto il termine il murale avrà esatto l'aiuto di una professoressa d'italiano, Gianna Vairo, la partecipazione di quattro studenti, Ashok, Carla, Lara e Ross, l'assunzione di due artisti impiegati a tempo pieno, Gregoire e Patricia, piu di 180 pannelli di truciolato, circa 100 litri di colore acrilico, 1000 rametti di carbone e due anni della mia vita.

Sito del murale `e l'aula magna dell'ex-Caserma Sani, dell'Università di Roma <<La Sapienza>> con una lunghezza di cinquanta metri. Affiancati nel progetto dal commune di Roma, Giusy Lanciano e colleghi dal ufficio per la città storica hanno lavorato per due anni a trovarci il posto. Ma la collaborazione non si ferma lì. Gli abitanti del Esquilino insieme ad alcuni centri anziani ed altri nostri conoscenti sono anche coinvolti nell'esecuzione del progetto in quanto le loro vicende quotidiane e salienti saranno ritratti nel murale.


Balla, Balla, Balla!! Il lavoro con gli anziani

Entrare nel mondo degli anziani al Centro S. Quintino, dove abbaimo iniziato il nostro lavoro a Roma, non era facile. L'ambiente rischiava di essere inpenetrabile. Fortunatamente, diverse volte alla settimana si balla al centro ed era quest'attività banale che ci ha aperto le porte del loro mondo: ballando! E ballano sì, come ragazzi in piena gioventù, insegnando anche a noi debuttanti i passi complessi del tango, del waltzer, del liscio. Per noi `e stato un mondo fantastico, di amicizia sincera, di interesse genuino nell loro vita. Abbiamo ballato con tutti, anche noi meno giovani cioè io e la professoressa Gianna.


Entrare nel mondo degli anziani non era facile

Dal primo giorno del ballo era chiaro che Gianna ed io avevamo scelto bene la nostra squadra. Ballando abbiamo iniziato i nostri primi contatti. Carla, una delle studentesse dal nostro equipe è puertoricana e per lei l'esperienza del ballo le rammentava la sua adolescenza. Essendo lo spagnolo la sua lingua madre non ha sofferto acciacchi con la lingua. Comunicava bene con tutti. Per gli altri, come Ross e Lara, la lingua si `e dimostrata un ostacolo facilmente superata con la danza. In seguito, il lavoro ci ha portato in giardino dove i soci del centro giocano a carte, chiacchierano e si godono il fresco. Era qui che i due ragazzi colgono in vantaggio le loro capacità artistiche per fare ritratti degli interlocutori durante le interviste.

Ashok, l'altro studente ha seguito solamente due classi d'italiano prima dell'arrivo in Italia. Ma che bella sorpresa quando si è trovato al lato della pista da ballo in un'improvisata intervista.

Anche al centro S. Quintino il lavoro si è svolto in giardino: a volte a gruppi, a volte da soli Dipendeva dalla narrazione. Fortuna nostra che Gianna si era portata il video camera dandoci l'opportunita di riascoltare la registrazione. La gente ha raccontato molto.

Storie degli Anziani: qualche esempio

Nel '57 quando avevano chiuso i bordelli. C'era una zona di luce rossa vicino alla città dove le prostitute aspettavano ognuna sotto il proprio albero. Lo scambio avviene tra mamma e figlia passeggieri in un tassì.

Bambina: Mamma, cosa fa quella signora?
Mamma: Riscalda la cena per il marito.
Bambina: E quella?
Mamma: Aspetta il fratella.

E via di seguito fin quando il tassinaro non ne puo' più con queste scuse e dice:

Tassinaro: Quelle! Sono mignotte.

E la bambina ribatte:

Bambina: Mamma, che sono le mignotte?
Mamma: Sono le sorelle dei tassinari



Cosa fa quella signora?

Insomma, alcune storie non erano commoventi. Nella generazione di questi anziani, l'esperienza della Guerra e del dopo Guerra esiste quasi come il centro della loro conoscenza della vita ed era sempre molto vicino nei ricordi. Non pochi ci hanno raccontato le loro vicende di questo periodo. Al centro Colle Oppio, Natalino ci ha raccontato quando durante la Guerra `e tornato a casa sua ferito e malmesso e non fu riconosciuto dalla propria mamma.

Un altro, un signore ebreo di nome Renzo di Segni ci ha spiegato come aveva sopravissuto a una visita dal SS a casa sua. L'avviso di un amico, carabiniere con cui spesso giocava a carte alla loro caserma, la quale si trovava accanto alla sede del Gestapo gli ha dato il tempo di scappare e nascondersi prima che saccheggiassero la casa.

Dalla Paruchiera Ivana Fogli, sentiamo una storia tramandata dal padre.

Erano tempi brutti quando un giorno...Un uomo dal mercato nero che frequentava la zona era venuto in Via Manzoni col cavallo che trainava una carretta. Era ben conosciuto ma odiato perchè donava sempre il pane ammuffato al ragazzo di bottega, Luciano Fogli.

Il signore ha lasciato il cavallo in strada per fare delle commissioni...cogliendo in vantaggio la sua assenza la gente del palazzo accanto ha pero il cavallo, lo hanno ammazzato e diviso la carne per sfamare le loro famiglie.



Lo hanno ammazzato e diviso la carne per sfamare le loro famiglie.

Molte storie ebbero per sfondo la zona della <<Ciociaria>>. Particolarmente nel dopo Guerra, le ciociare erano rinnomate per la loro dote di allattamento poichè si nutrivano di cibo genuino, erano in contatto con la natura, vivevano una vita semplice e pura all'aria aperta. Quindi molte sono venute a fare le balie nel centro di Roma.

Queste storie verranno collocate in due sezioni del murale: sotto come parte d'una tela di frisia e sopra nello sfondo. Ambedue le parti rappresenteranno una specie di subconscio collettivo del quartiere Esquilino; una mappa della memoria del quartiere negli ultimi ottant'anni.

Giusy Lanciano la nostra socio al comune di Roma ha fatto anche da tramite per noi con <<Il Cielo sopra Esquilino>> e questo gruppo ci ha procurato interviste con proprietari importanti del rione. A volte le abbiamo fatte come una squadra unica, a volte in grupetti più piccoli. L'intervista col proprietario della pasticceria Regoli e sua moglie ci ha dato molti particolari del mestiere. In seguito due della nostra squadra sono tornati per vedere il laboratorio ed il processo della cottura. Perfino le vecchie foto ci hanno mostrato la facciata dell'edificio del epoca.

A meta progetto mia figlia `e venuta a Roma dalla Svezia. Lei `e fotografa e le ho chiesto di documentare fotograficamente alcuni aspetti della città. Ogni giorno le davo un tema, per esempio, donne e motociclette, o negozi di sposa, da fotografare. Una sera quando fotografava una vecchia nella galleria di Piazza Vittorio, la vecchie la agredisce gridando <<Spia! Spia!>> tentando di portarle via la macchina fotografica. Mia figlia cercando di convincerla che volentieri avrebbe cancellato le immagini usò la parola <<Delitto! Delitto!>> volendo significare "delete" o cancellare in inglese. Grande equivoco!

Le giornate della mia collega Gianna, professoressa d'Italiano, erano dedite alla ricerca di nuovi soggetti da intervistare insieme a 2 o 3 nostri studenti. Ha seguito tutte le possibilità che sono individuate ai centri. Renzo di Segni arzillo novantenne si affeziona alla nostra artista Lara, una biondina bellissima. Lui `e proprietario d'un negozio di sposa e chi ha invitato a visitare il negozio. Così hanno scoperto l'importanza di quell mestiere nel quartiere. Altre volte i loro giri nel quartiere erano più spontanei. Un giorno passeggiano sono imbattute su un grande pianfortaio con tanta storia, un grande artigiano nel ristauro dell'arte antica. Con queste esperienze abbiamo costruito un panorama economica del rione da rappresentare nel murale.

Tornando a casa ascoltavamo e discutavamo insieme i ritratti e gli schizzi ricavati. Così Gianna ha organizzato una classe <<vissuta>> della lingua italiana. Dopo si mangiava. Ross ed Ashok erano i cuochi migliori secondo me.

la storia continua